giovedì 2 giugno 2016

La profezia che si autoavvera

Mai azzardarsi a non vivere momento per momento. Basta mantenere un minimo di aspettative verso il futuro, magari abbozzate solo mediante qualche giorno di esperienza, ed è fatta. Da quel poco di fatti e sensazioni accumulati c'è sempre il rischio di dedurre qualche regola generale. Qualche conoscenza non diretta, appena giustificata da quello che abbiamo visto o sentito. Che poi ci condannerà per i giorni a venire. Il futuro non sarà più bianco, luminoso e neutrale, ma comincerà ad appannarsi, a pendere più da una parte, a scurirsi un po' delle deduzioni e regole che inconsciamente abbiamo tirato fuori da qualche dato ammucchiato qui e là. Come le formiche che passano da una parte invece che da un'altra si rafforzano nella convinzione di dover passare da quella parte, spingendo altre formiche a ripercorrere i loro passi attratte dall'odore lasciato e poi consolidato via via da tutte le altre. Quindi attenti a trasgredire sempre questa regola universale della natura. Ciò che per piante e animali è la precondizione per poter continuare a vivere - astrarre regole di comportamento, con l'intelligenza o date dall'istinto - per noi è fatale. La nostra mente penserà nella sua economicità e pigrizia assolute di aver già capito tutto e farà del tutto per rendere il futuro una sequenza di fatti e sensazioni già previste. I dati dall'esterno continueranno ad arrivare a casaccio, sparsi, ma la mente si coccolerà quelli che aderiscono alla sua regola e trascurerà gli altri, come tante piccole formiche che passeranno tutte verso lo stesso solco, attratte dai feromoni delle precedenti. Così i solchi nella mente si faranno sempre più assoluti e definitivi, i dati che riusciranno a passarci ci passeranno, tutti gli altri scivoleranno via, neanche riusciranno più ad essere visti o sentiti. Così la realtà esperita da quella mente si farà sempre più povera e scarna, uno stereotipo perfetto espressione di quella regola iniziale. Quando siete arrivati a questo punto non c'è più molto da fare, vi siete plasmati la realtà intorno. L'avete sbiadita, vi siete capati le cose che vi facevano comodo, avete assegnato a voi stessi e agli altri dei ruoli semplici che potessero essere interpretati facilmente senza sconvolgere la vostra realtà. Quello che voi stessi sentivate è stato messo in secondo piano, la volontà è stata il motore che ha mosso il sole e le altre stelle. Però ormai il sole non assomiglia più neanche lontanamente al solo iniziale, quello vero che scalda e abbaglia, l'aria è respirabile ma non ha più profumo, e la vita rischia di non avere più un senso. Non ha più senso proprio perché glien'è stato affidato uno, chiaro, lineare, dall'inizio, che nell'avverarsi ha spolpato tutto il resto.