domenica 27 aprile 2014

Racconto di pioggia ed Elliott Smith

Come si fa ad andare a fondo dentro un sentimento? Nessuno lo spiega.
Bisogna addentrarsi in strati e strati di pensieri accumulati seguendo corto circuiti infiniti.
Cosa c'è sotto?
E soprattutto: ci sarà qualcosa?
Dopo tutta la fatica fatta per rimuovere l'inutile (e quindi dannoso), dopo tutto questo sforzo cosciente, rimarrà qualcosa? 
Qualcosa di profondamente incosciente sopravviverà?
Questo sembra un viaggio dove l'obiettivo sta lì, immobile, mentre il viaggiatore cerca di andargli incontro, invano. Rimane ad osservarlo dalla sua posizione privilegiata, il suo maledetto punto di osservazione di sempre. 
Poi, impercettibilmente, mentre l'obiettivo a fuoco continua ad essere sempre lì, lo sfondo dietro cambia. Così osservatore ed osservato si trovano a viaggiare insieme, come accoppiati, dentro sfondi di colore diverso, ognuno rappresentante un diverso stato d'animo dell'osservatore verso il sentimento misterioso osservato. Da colori forti si passa a tonalità sempre più dolci, pastello. Coscienza, determinazione, rabbia lasciano il posto a condivisione, accondiscendenza, rispetto per quell'oggetto misterioso. Le sue mura rimangono sempre alte e solide, ma invece di prenderle a testate il viaggiatore ora ci appoggia la schiena contro, esausto. 
Sta realizzando sulla propria pelle che è inutile voler forzare con la volontà una parte di sé, come fosse un biglietto ripiegato mille volte, che con un po' di sforzo e pazienza si riesce finalmente ad aprire, leggere e buttare via. Sta cominciando a capire quanto quel sentimento sia parte di sé, e che non può neutralizzarlo senza rendere se stesso un po' meno reale. A questo punto, senza rendersene conto, il viaggiatore è a metà del suo viaggio. 
Ma la parte difficile deve ancora arrivare. Dopo aver demolito le sue intenzioni di guerra verso quel sentimento, dovrà demolire se stesso. Tutto quello che si era detto nel corso del tempo per vedersi andare avanti. Per costruirsi un'idea accettabile di sé. Un'idea funzionale, fino al momento in cui si è presentato l'ostacolo insormontabile del sentimento, con il quale tutta l'impalcatura creata è diventata all'istante obsoleta. Un particolare si è imposto dal nulla come l'unico reale, facendo sentire tutto il resto come fuori posto.
La seconda parte del viaggio consiste nel ritrovare il 'tutto' più genuino e reale, nel quale il nuovo particolare entri senza sforzo. E' il sentimento misterioso a guidare la ricerca del se stesso più autentico, gridando 'fuoco' o 'acqua' durante il viaggio.
Ed ora il viaggiatore è in grado di ascoltarlo.